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Lettera aperta sull’analgesia del parto e sulla sicurezza dei punti-nascita

L´AAROI-EMAC SCRIVE AL MINISTRO DELLA SALUTE

Si apprende oggi, in occasione dell’8 Marzo, che dal Suo Ministero sono state diffuse le informazioni sulle “prossime iniziative per la salute della donna”, accompagnate da una elencazione delle “azioni messe in campo per la salute della donna”, tra le quali il rinnovo del “Comitato Percorso Nascita nazionale, integrato con la rappresentante delle ostetriche”, la “Garanzia dell´epidurale per tutte le donne”.

Al riguardo, siamo a ricordarLe che all’interno del percorso nascita i medici specialisti in anestesia e rianimazione rivestono un ruolo fondamentale per quanto attiene alla sicurezza di tutti i punti nascita, in particolare per tutte le imprevedibili esigenze di parto cesareo, oltre che per le eventuali necessità di supporto rianimatorio dei neonati, eppure non ci risulta un coinvolgimento in tale ambito né della scrivente Associazione, che ne rappresenta sindacalmente oltre 10.000 (circa il 75%), né di alcuna Società Scientifica di categoria medico-specialistica.

Ma andando ancora più nel dettaglio, come ormai è risaputo da chiunque, specialmente dalle donne che hanno avuto l’esperienza di un parto, o che vi si preparano, sugli anestesisti rianimatori grava l’onere e l’onore di assicurare alle donne, pur tra le mille ristrettezze organizzative del lavoro che continuano ad abbattersi sulle loro teste, e quindi al massimo grado umanamente possibile, ma di certo non ovunque dignitosamente nel modo che merita, il “parto indolore” mediante tecniche di loro stretta competenza, tra le quali è principe l’analgesia ottenuta mediante tecniche che permettono l’infusione epidurale di farmaci.

Orbene, a tal proposito, Le facciamo ancora una volta presente, considerata anche l’asserita “Garanzia dell´epidurale per tutte le donne”, che tale garanzia è tale solo sulla carta dei LEA (ancora in corso di approvazione), e che tale sarà destinata inesorabilmente a restare se le storicamente asfittiche dotazioni organiche degli anestesisti rianimatori ospedalieri italiani continueranno ad essere decimate dal mancato turn-over. Infatti, corre l’obbligo di rimarcare senza mezzi termini che nei suddetti LEA l’analgesia epidurale è stata sin dalla loro ormai vetusta prima edizione “isorisorse”, cioè con investimenti sulleassunzioni di personale pari a zero.

Oggi, in virtù dei tagli al personale medico dell’area specialistica di anestesia e rianimazione, con disinvestimenti a saldo negativo. Gli anestesisti rianimatori ospedalieri italiani, pur essendo state finora regolarmente ignorate le loro reiterate istanze di poter prestare i loro servizi in tali ambiti in regime di guardia (che come certamente le è noto consente di intervenire in caso di necessità urgente in tempo reale e quindi in sicurezza) e non di pronta disponibilità (che come Le è probabilmente altrettanto noto comporta inaccettabili ritardi ascrivibili a tale organizzazione del lavoro), continuano ad assicurare i loro servigi anche nell’ambito della salute materna e neonatale ponendo innumerevoli pezze alle numerose falle del sistema di garanzia di tale salute (oltre che di quella di tutti gli altri Cittadini di questo Paese).

Sicuramente questo sarà un argomento specifico di categoria, all’interno di quelli comuni a tutta la dirigenza medica e sanitaria che avrà il piacere di incontrarLa domani 09 Marzo in occasione della convocazione ricevuta in vista dello sciopero del 17 e del 18 Marzo p. v., sul quale avremmo il piacere di poter sperare risposte concrete, per poter almeno ipotizzare una discussione sulla “vertenza sanità” in corso che non si riveli deludente, e per poter immaginare, al suo termine, di confortare tutte le donne che si avviano alla maternità con l’annuncio che il tema specifico in questione ha avuto la dovuta attenzione dalle parti istituzionali che ci hanno convocato, all’indomani dell’ odierna Festa della Donna.

Cordiali saluti.

Il Presidente Nazionale
Dr Alessandro Vergallo

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