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NO ad Anestesisti Rianimatori “mascherati” da Ginecologi per coprire buchi organizzativi nei “piccoli” Punti Nascita

La diffida dell’AAROI-EMAC Emilia Romagna contro l’Azienda USL di Reggio Emilia

L’Azienda USL di Reggio Emilia chiede agli Anestesisti Rianimatori di “mascherarsi” da ginecologi per far fronte alle esigenze estive dei Punti Nascita dell’Ospedale di Montecchio, Scandiano e Castelnovo Monti. È la denuncia dell’AAROI-EMAC Emilia Romagna di fronte alla nota del 14 Luglio 2017 a firma del Direttore Sanitario e del Direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Usl di Reggio Emilia che disciplina le modalità organizzative per il periodo estivo del reparto di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Montecchio e quindi del suo Punto Nascita e, con differenti ambiti temporali, dei Punti Nascita di Scandiano e Castelnovo Monti.

Una decisione imposta senza alcun confronto con le Organizzazioni Sindacali che mette a rischio la sicurezza delle pazienti e dei professionisti chiamati a svolgere mansioni che esulano dalle proprie competenze. Secondo quanto disposto, infatti, gli Anestesisti Rianimatori dovrebbero provvedere al trasporto urgente delle partorienti con la presenza dell’ostetrica verso l’HUB di riferimento con l’unica possibilità di usufruire della consulenza del ginecologo del punto nascita di partenza nelle fasce orarie di presenza o della consulenza telefonica del ginecologo del centro HUB.

In altre parole si ricorre alla professionalità dell’Anestesista Rianimatore utilizzandolo come tappabuchi in situazioni di competenza ginecologico-ostetrica. È fuori di dubbio che gli Anestesisti Rianimatori siano fondamentali per la sicurezza dei Punti Nascita, in particolare per quella delle donne in situazioni di emergenza, ma in equipe con ginecologi e neonatologi che – come è noto – hanno competenze diverse e per questo svolgono mansioni differenti.

Le disposizioni dell’Azienda Usl di Reggio Emilia nella parte in cui coinvolgono sul piano della responsabilità medica la sola figura dell’Anestesista Rianimatore sono lesive nei confronti dei Professionisti interessati da queste disposizioni e mettono a rischio la sicurezza delle future mamme – afferma Matteo Nicolini, Presidente AAROI-EMAC Emilia Romagna -. A questo si aggiunge la mistificazione delle classi di rischio clinico per il trasporto dei pazienti da parte degli Anestesisti Rianimatori, come già avvenuto in altre realtà, e che vede anche qui la modifica di criteri condivisi con società scientifiche sulle necessità di trasporto rianimatorio al fine di renderlo tale anche quando non lo sarebbe, solo per far fronte a buchi organizzativi.È inoltre necessario sottolineare che, in caso di trasporto urgente, l’Anestesista Rianimatore è – sempre secondo il documento dell’Asl – autorizzato a lasciare il presidio ospedaliero anche prima dell’arrivo del reperibile esponendo ad un possibile rischio altri pazienti che dovessero trovarsi in situazioni di emergenza tale da richiedere la presenza dell’Anestesista Rianimatore. Per questi motivi – a nostro avviso di enorme importanza -, abbiamo presentato un’istanza di sospensione del provvedimento e siamo a disposizione per un confronto immediato, in mancanza del quale saremo costretti ad agire in giudizio”.

Questa vicenda è un’ulteriore testimonianza della necessità di chiudere i Punti Nascita con meno di 500 parti l’anno secondo quanto teoricamente previsto dalla normativa nazionale – afferma Teresa Matarazzo, Vice Presidente Nazionale AAROI-EMAC -. In questo senso ci affianchiamo a quanti nei giorni scorsi si sono espressi contro la richiesta di deroga per la chiusura di sei Punti nascita da parte della Regione Emilia Romagna che non sembra tener conto della Relazione della Commissione regionale tecnico consultiva sul percorso nascita. Evidentemente non è ancora sufficientemente chiaro che la sicurezza viene prima di qualsiasi esigenza politica e non sempre è dietro l’angolo di casa”.

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