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L’emergenza non finirà con la fine dell’emergenza

Gli Anestesisti Rianimatori sono sempre in prima linea durante la pandemia, ma lo erano prima e lo saranno ancora dopo la normalizzazione.

La forza della epidemia del COVID non allenta la presa in Veneto, tutt’altro. L’aumento dei ricoveri e la necessità di nuovi posti in terapia intensiva mettono sotto pressione gli Anestesisti.

Gli Anestesisti Rianimatori combattono la battaglia in terapia intensiva con tutti i mezzi a loro disposizione come sempre, come fanno in tempi normali, come hanno fatto durante la prima ondata COVID, perché questa è una guerra e viene combattuta senza esclusione di colpi, senza tentennamenti. I posti in terapia intensiva, ricordiamolo, non sono numeri, sono occupati da persone e gestiti da persone, ciascuno con la propria storia, sensibilità e umanità.

Ma la guerra si fa con i soldati. Prima della pandemia il numero di Anestesisti Rianimatori era inferiore alle necessità, ne mancavano a fine 2019 circa 150 per colmare gli organici in Veneto, eravamo quindi già in emergenza. Si completavano i turni con medici liberi professionisti o richiamati dalla pensione. Poi l’epidemia ha richiesto misure eccezionali, l’assunzione dei colleghi in formazione specialistica, l’utilizzo ancora più ampio dei liberi professionisti. La fatica fisica e psicologica di lavorare in condizioni estreme a marzo e la necessità di recuperare le liste operatorie nel corso dei mesi successivi hanno peggiorato la situazione. Ora, pur essendo già provati, dobbiamo affrontare una continua, necessaria riorganizzazione in condizioni di emergenza con rischi e carichi di lavoro aumentati per le oggettive difficoltà psicologiche e logistiche del dover lavorare con pazienti gravi e con pesanti faticose protezioni. Ma tutto questo non finirà. Gli Anestesisti, ora giustamente meno utilizzati in sala operatoria per colmare gli organici in terapia intensiva, dovranno poi recuperare gli interventi sospesi o rimandati.

L’emergenza della carenza di organico continuerà per anni, non essendo possibile formare altissimi professionisti come gli Anestesisti Rianimatori in tempi brevi. Non vi sono soluzioni possibili e rapide all’orizzonte e questo comporterà ancor di aumentare i carichi di lavoro per un tempo indefinito. Quali correttivi verranno adottati se per anni non si è trovata una soluzione adeguata?

Dr Massimiliano Dalsasso

Presidente AAROI-EMAC Veneto

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