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La linea delle cure

Un libro nato dalla solidarietà dei Colleghi nel periodo più difficile di un’intera carriera. E’ “La linea delle cure“, in cui l’autore, Dr Mauro Proietti Pannunzi, Responsabile Servizio Anestesia e Rianimazione della CASA DI CURA “Villa dei Pini” di Civitanova Marche, racconta “60 giorni di un viaggio molto duro e difficile”.

Di seguito la presentazione del libro a cura dell’Autore:

Non so quale sarà il mio compito nella nave. So solo che non posso abbandonarla. Perché sono un medico. Perché sono orgogliosamente anestesista rianimatore. Perché la paura, di nuovo, la si vince solo affrontandola e guardandola negli occhi.

Con queste parole ho voluto chiudere la post-fazione del mio diario.

Perché di questo si tratta. Del diario di bordo di un modesto Anestesista Rianimatore di una piccola ma ben organizzata e combattiva realtà ai confini dell’impero sanitario.

Come è nato questo diario? Quasi per caso, in una sera di fine turno. In un mio post quasi accorato sul sul gruppo facebook della nostra Associazione, Anestesisti Rianimatori 3.0. Quando la solidarietà di tanti colleghi, e per primo del Presidente Nazionale AAROI-EMAC, Alessandro Vergallo, mi ha accompagnato in una delle tante notti insonni. E che mi ha dato il desiderio di raccontare, anche per sfogarmi, la vita sospesa di quelle giornate.

Di un Anestesista ormai quasi alla fine della sua carriera, cominciata 40 anni fa, che mai e poi mai si sarebbe immaginato, come del resto tutti, che avrebbe dovuto affrontare questa tempesta.

Anestesista che infatti proprio all’inizio definisco ignaro. E che acquisterà la consapevolezza di quanto lo travolge in 60 giorni di un viaggio molto duro e difficile, pieno di dubbi e paure, ma ricco di solidarietà umana.

Che lo rende simile a quelli che lo hanno accompagnato e sostenuto. Che poi proprio per questo sono diventati “una banda di fratelli”. E che lasciano anche loro la testimonianza scritta di un’esperienza che mi ha fatto dire in alcune occasioni di discussione e presentazione di questa piccola opera, lasciando trasecolati chi mi ascoltava, che compiango chi non ha avuto la possibilità di farla.

Chiudo con le parole di una amica giornalista, ma anche compagna di classe al Liceo che penso possano essere dedicate a tutti noi.

Vivere un periodo del genere, uno sconvolgimento epocale come questo, attraverso le parole, i sentimenti, le angosce di coloro che hanno combattuto in prima linea, sentire forte l’odore acre della paura e allo stesso tempo ancorarsi alla forza e alla determinazione di chi, malgrado tutto, ha lottato, ( e continua a farlo) con tutte le forze possibili, ed oltre, aiuta tutti noi. Si, noi che ci affidiamo ai loro consigli, alla loro sicurezza (anche quando non c’è), alla loro capacità ed esperienza.

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