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Posti di Terapia Intensiva in Molise, facciamo chiarezza

Innanzitutto occorre spiegare, seppure brevemente, in cosa consiste e come funziona un’Unità di Terapia Intensiva o altrimenti detta di Rianimazione:

è quel reparto ospedaliero dedicato a coloro che versano in condizioni di salute estremamente precarie, in cui una o più delle funzioni vitali (respiratoria, cardio-circolatoria, renale, neurologica…)  sono compromesse e che, pertanto, necessitano di un monitoraggio e/o un sostegno continuo .

Caratteristiche peculiari delle Unità di Terapia Intensiva/Rianimazione sono la tecnologia e le strumentazioni necessarie per la cura dei pazienti in esse degenti e che, quindi, richiedono personale medico ed infermieristico altamente specializzato.

Al fine di poter garantire sicurezza e qualità delle cure, rispetto agli altri reparti ospedalieri nelle Terapie Intensive sono, inoltre, necessari medici, infermieri e ad altro personale in rapporto molto più alto, rispetto a ogni altro reparto ospedaliero, per numero di pazienti.

Ulteriori e più dettagliate informazioni sulle Terapie Intensive sono disponibili consultando il sito web www.intensiva.it.

Com’è noto uno dei problemi causati dalla pandemia di Covid 19 è  il rischio di saturazione, da parte dei malati più gravi, dei posti di Terapia Intensiva, tanto che tra gli indicatori presi in considerazione per il monitoraggio nella Fase 2 della situazione in ogni singola regione e per la tenuta dei servizi sanitari e, quindi, per la classificazione in zona gialla, arancione o rossa, è il Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva per pazienti Covid 19, tenendo anche presente che non può esservi commistione nei reparti di degenza tra malati Covid e non  Covid.

Se è vero che il suddetto Tasso nella regione Molise  nel periodo di riferimento 26/10 – 01/11 è stato soltanto del 15% occorre chiarezza su come questo valore del 15% è emerso, considerato che il calcolo andrebbe effettuato come segue:

e se è vero che le giornate di degenza nel periodo 26/10- 01/11 in Terapia Intensiva Covid in Molise (Ospedale Cardarelli, n.d.r.) sono state pari a 39 , qual è il valore posto al denominatore, cioè il numero totale di posti letto per pazienti Covid (e solo per pazienti Covid, n.d.r)? Insomma quanti sono realmente e dove sono allocati in Molise i posti letto di Terapia Intensiva esclusivamente dedicati ai pazienti Covid? Il dato dei posti letto di T.I, disponibili per malati Covid in Molise che sarebbe stato utilizzato nel calcolo, avendo a disposizione il dato del Tasso e il numero delle giornate di degenza dei malati Covid in T.I. nei sette giorni di riferimento, è facilmente ricavabile e sarebbe pari a 37, numero che sembra essere all’incirca il totale dei posti di Terapia Intensiva della regione Molise (ospedali ASREM + strutture private)..

Se, dunque, al denominatore è stato posto il totale dei posti letto di Terapia Intensiva della regione Molise (ospedali ASREM + strutture private) o comunque un numero superiore a quello effettivamente dedicato/dedicabile esclusivamente ai pazienti Covid, il Tasso ricavato non sarebbe esattamente indicativo del grado di saturazione delle Terapie Intensive per i pazienti Covid in quanto i  37 posti suddetti non erano tutti liberi e comunque non tutti propriamente disponibili,  anche volendo evitare una promiscuità tra pazienti Covid e non Covid.

Sarebbe, quindi, auspicabile che certi dati fossero trasparenti, più completi e messi a disposizione della comunità medico-scientifica desiderosa di fare analisi e ricerche indipendenti.

Disponibile a recepire qualsiasi chiarimento e giusta rettifica del calcolo innanzi effettuato, ritengo, inoltre, che sarebbe utile, al fine di misurare la “resilienza” di un Sistema Sanitario Regionale,  prendere in considerazione l’adeguatezza degli organici, in specie quella dei sanitari maggiormente coinvolti nell’assistenza dei malati Covid, quali quelli dei medici anestesisti-rianimatori, dell’emergenza-urgenza, di malattie infettive e degli infermieri qualificati, infatti, non basta espandere i posti di degenza acquistando letti, ventilatori polmonari monitor etc. senza che vi sia sufficiente personale dedicato, altrimenti si rischia di incorrere in un peggioramento della sicurezza e della qualità delle cure.

Altro dato che ritengo sarebbe utile conoscere è la diffusione del contagio tra il personale sanitario degli ospedali pubblici e privati molisani, anche  in rapporto a quello tra la popolazione generale, perché, soprattutto se  statisticamente significativamente più alto,  sarebbe indicativo di un elemento di criticità del sistema, specialmente se il contagio si verifica in condizioni di carenze di organico, anche considerato che un sanitario che risulta positivo al Sars-Co-Vi 2, nella migliore delle ipotesi (cioè se asintomatico, n.d.r.), non può prestare servizio per tre settimane.

Dr David Di Lello
Presidente AAROI-EMAC Molise

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