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Il Presidente AAROI-EMAC FVG scrive alla Regione

Gentile Presidente Massimiliano Fedriga
Gentile Vicepresidente Riccardo Riccardi

vi scrivo a nome di 350 Anestesisti Rianimatori, di molti medici dei Pronto Soccorso e di moltissimi colleghi che lavorano oggi accanto a noi nelle Aziende del nostro SSR del FVG. Vi scrivo per esternarvi e riportarvi le nostre serissime preoccupazioni per la situazione attuale che in rapida negativa evoluzione sta sottoponendo noi ed i nostri ospedali ad un’onda d’urto non sostenibile che rischia di portare il sistema al collasso totale.

     Da giorni i Pronto Soccorso lavorano senza sosta con un numero inimmaginabile di accessi di pazienti COVID-19 oltre che con la solita casistica di pazienti per ogni altra patologia possibile, ma non sono in grado di poter dare adeguato ricovero a ciascun paziente per l’assenza totale di posti letto COVID-19 dedicati. Gli operatori tutti sono allo stremo per fatica fisica, per ore lavorate ininterrottamente, per carico emotivo e stress correlato ed i pazienti vengono trattati ed assistiti nel miglior modo possibile che a volte è molto simile a quello di un ospedale di guerra dove le risorse disponibili sono decisamente e pericolosamente inferiori alle richieste subentranti. 

     Le Terapie Intensive sono completamente sature perché oggi in regione i 45 posti letto dedicati alla patologia COVID-19 sono occupati da 45 pazienti critici gravissimi. I posti letto di terapia intensiva come pure quelli di terapia semi intensiva NON sono quelli che corrispondono ai letti, ai ventilatori ed ai monitor, ma i posti letto di terapia intensiva per essere chiamati tali ed essere realmente effettivi sono quelli che prevedono la presenza fissa h24 di medici ed infermieri specializzati in questo ambito in numero adeguato come previsto da standard nazionali ed internazionali. Oltre alle Terapie Intensive “normali” dove continuiamo a trattare i politraumi, gli shock, gli arresti cardiaci, le emorragie cerebrali e tutte le situazioni cliniche più gravi, che non si sono per nulla ridotte, oggi abbiamo in FVG 45 pazienti gravissimi in più, ma avremmo bisogno probabilmente di altri 45 posti letto intensivi, vista la velocità con cui stiamo progredendo. Ma il personale adeguato e preparato per aprirli non c’è e non ci sarà a breve e questo è il vero problema oggi, che proviene da errate programmazioni nazionali e regionali, da miopi politiche di investimento ed assunzione sul personale, e da inadeguati preventivi piani pandemici. In FVG non ci sono 175 posti letto di Terapia Intensiva da dedicare ai malati COVID-19, non ci sono 100 posti di Terapia Semi Intensiva, quindi finiamola col fornire alla stampa e ai cittadini numeri suggestivi, eclatanti, confusi, confondenti e non reali. I numeri veri sono solo quelli di moltissimi pazienti, non più solo anziani (seppur i più gravi attualmente) che arrivano in ospedale con la polmonite ed hanno bisogno dell’ossigeno e poi della ventilazione non invasiva e poi dell’intubazione orotracheale e della ventilazione invasiva e a tutti questi, noi assieme agli internisti, agli infettivologi, ai pneumologi dobbiamo dare una risposta a bassa, media ed alta intensità,  un trattamento, una chance come l’abbiamo sempre data a tutte le altre patologie, con gli stessi criteri e secondo scienza e coscienza.

     Rispetto a questa primavera ed alla prima ondata pandemica a noi operatori della prima linea sembra però di vivere in “un mondo parallelo” dove oggi veniamo additati come pazzi allarmisti, dove siamo messi in discussione da moderati qualunquisti, dove siamo attaccati da negazionisti, complottisti e laureati su Facebook e dove i nostri politici non riescono a capire che finchè verrà

concesso l’aperitivo di massa in piazza San Giacomo a Udine o in via Torino a Trieste, a nulla serviranno altri 45 posti di Terapia Intensiva e a nulla servirà riconvertire interi reparti ospedalieri in

degenze per malati COVID-19. Le attuali restrizioni e la farsa delle differenti fasce colore attribuite alle varie regioni non sono e non saranno sufficienti a fermare il drammatico aumento dei casi di sintomatici COVID-19 e se è vero che ci sono poche certezze in questo ambito, abbiamo però chiaramente sperimentato che la “chiusura” di marzo è servita a spezzare ed interrompere questo flusso catastrofico. Non è una scelta facile lo sappiamo, sarebbe una sconfitta sociale ed economica ma non c’è più tempo se vogliamo salvare molte vite umane e il nostro sistema sanitario regionale da un collasso annunciato, è necessario prendere delle decisioni impopolari per proteggere la nostra comunità, i nostri padri ma anche noi stessi. Se cominciamo ad ammalarci anche noi poi si morirà anche di patologie curabili e sarà una sconfitta globale.

     Spiegate e fate capire bene a tutti, la situazione in cui siamo e in cui lavoriamo, fate capire che il sistema può reggere solo fino ad un certo punto, fate capire che non è deontologicamente, umanamente e costituzionalmente ammissibile non poter dare una risposta in termini di trattamento e ricovero ai nostri pazienti, fate capire che non vogliamo arrivare alle code chilometriche di ambulanze in fila davanti ai Pronto Soccorso in attesa di barelle, bombole di ossigeno e posti letto,  che non vogliamo arrivare alla chiusura di Pronto Soccorsi e Ospedali, che non vogliamo  dover mettere i malati COVID-19 insieme ad altri malati non COVID-19 perché non vi sono altre soluzioni, che non vogliamo arrivare alla trasformazione di chiese e palestre in improvvisati ospedali/lazzareti, che non vogliamo interrompere o allungare i già lunghissimi tempi di attesa per la diagnostica e il trattamento delle patologie oncologiche e che non vogliamo vedere ogni giorno lunghi necrologi sui giornali locali ed essere poi magari tra qualche anno chiamati in causa per l’inefficienza e l’impreparazione di questo sistema. La nostra sanità regionale deve rimanere di altissimo livello e deve dare risposte adeguate ed all’altezza di sempre.

     Non è più tempo di titubanze e di diplomatiche e circostanziali rassicurazioni, la situazione attuale è grave ed è tempo di decisioni e di atti concreti in grado di interrompere questa pericolosa china. Noi ci siamo e vi supporteremo ma solo con l’evidenza che dietro ci sia un’idea chiara ed un progetto preciso in grado di incidere su questa pandemia a tutti i livelli e che sia chiaro che oggi non ci bastano monitor e ventilatori meccanici, ma ci serve in primis la collaborazione e la coscienza civica di tutti nel rispetto di quello che la scienza dice ed ha dimostrato a costo di rinunce pesanti e costi elevati.

Buon lavoro.

Dott.  Alberto Peratoner
Presidente AAROI EMAC
Regione Friuli Venezia Giulia

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