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CCNL 2022-2024, la strada per la sottoscrizione si rivela inspiegabilmente più ripida del previsto

Le trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dell’Area della Dirigenza Sanitaria per il triennio 2022-2024 hanno preso ufficialmente il via l’1 Ottobre u. s.. L’obiettivo, chiaramente indicato nell’Atto di Indirizzo era quello “di valorizzare al meglio le risorse disponibili e garantire, senza introdurre modifiche strutturali all’impianto normativo vigente, alcuni interventi mirati e di immediato impatto”.

Tale impostazione – proseguiva sempre l’Atto di Indirizzo – è funzionale a consentire l’avvio, in tempi rapidi, della successiva tornata contrattuale 2025–2027, per la quale sono già stanziate specifiche risorse nella legge di bilancio per il 2025 e nella quale potranno essere affrontati i temi di maggiore complessità e di più ampio respiro”.

Si tratta di una prospettiva, quella indicata dal Comitato di Settore e dalle Regioni nell’Atto di Indirizzo, di cui l’ARAN dovrà illustrarci oggi 15 Ottobre i dettagli relativi alle proposte di cui, al momento in cui scriviamo, abbiamo ricevuto una proposta solo ieri.

Una proposta a dir poco surreale.

Sapevamo bene che le risorse economiche contrattuali di riferimento sono già stanziate per legge per quanto concerne entrambi i trienni. Sapevamo che per il triennio 2022-2024 gli aumenti medi individuali previsti si sarebbero attestati intorno ai 390 euro lordi mensili, cifra dalla quale devono comunque essere detratte le somme già percepite sia come indennità di vacanza contrattuale, sia come emolumenti “una tantum” ai sensi dell’art. 3 del D.L. n. 145/2023.

Sapevamo quindi che gli aumenti economici sarebbero stati modesti, per non dire irrisori, ma fino a ieri eravamo comunque disposti a negoziare, considerato il contesto generale in cui ci troviamo, sia sotto il profilo dei rapporti con la Parte Datoriale, sia sotto quello degli equilibri tra le diverse Sigle Sindacali coinvolte nella trattativa appena avviata, al fine di individuare il miglior modo di gestirne le fasi.

L’AAROI-EMAC aveva già predisposto una sua “Road Map” che sul piano strettamente economico prevedeva, e continua a prevedere, il massimo impegno affinché gli aumenti da appostarsi nelle buste paga fossero prioritariamente e in misura il più consistente possibile nelle voci stipendiali fisse e ricorrenti, a maggior ragione se – come si prevedeva fino a ieri – le tempistiche così rapide indicate dall’Atto di Indirizzo per la firma del CCNL 2022-2024 fossero state ritenute condivisibili a fronte di modifiche normative che per tale triennio in tal prospettiva non potevano che essere molto limitate, configurandosi come una sorta di minima “manutenzione” del vigente CCNL del 23.01.2024.

Parallelamente, ci eravamo preparati ad impegnarci per quanto concerne gli aumenti delle voci variabili, ai fini di assicurarne una distribuzione equa e coerente con i loro rispettivi riferimenti normativi, senza distorsioni a sfavore dei Colleghi che rappresentiamo.

La nostra “Road Map” prevedeva e continua a prevedere, sul piano normativo, una nutrita serie di interventi migliorativi del dettato contrattuale vigente, secondo criteri improntati ad una sua implementazione da iniziarsi per il triennio 2022-2024, e da completarsi portandola a regime per il triennio 2025-2027.

Ma la proposta che abbiamo ricevuto ieri sera, a ridosso della riunione odierna, ci impedisce purtroppo di addentrarci nella negoziazione normativa, poiché le proposte economiche sono francamente irricevibili.

L’appostamento degli aumenti economici è – secondo le nostre prime stime eseguite in pochi minuti – solo al 60% nelle voci stipendiali fisse, e al 40% nelle voci variabili, mentre avevamo espressamente richiesto, l’1 Ottobre scorso, almeno tra il 70% e l’80% nelle voci fisse, ovviamente riservandoci di valutarne l’accettabilità dipendentemente dai miglioramenti normativi che ritenevamo e continuiamo a ritenere necessari.

Purtroppo, però, per quanto concerne i 3 fondi contrattuali (Incarichi, Disagio, Risultato) che già nella trattativa del CCNL 2019-2021 avevamo dichiarato di voler attenzionare anche per quanto concerne le tornate contrattuali successive, nella proposta ricevuta ieri sera abbiamo rilevato:

  • un sottofinanziamento assolutamente inaccettabile del Fondo per la retribuzione degli incarichi, che inevitabilmente vuol impoverire le progressioni di carriera di tutti i Medici;
  • un dirottamento altrettanto inaccettabile di ingenti risorse contrattuali sul Fondo per la retribuzione delle condizioni di lavoro, che ci appare un arrogante tentativo di voler utilizzare il lavoro straordinario come modalità per sottopagare le prestazioni lavorative necessarie per compensare le carenze di personale;
  • un dirottamento ancor più inaccettabile, che non esitiamo un istante a definire provocatorio, di ancor più ingenti risorse contrattuali sul Fondo per la retribuzione di risultato, con l’evidente tentativo di aumentare il quantitativo di extra-orario che le Amministrazioni delle Aziende del nostro SSN, a dispetto delle innovazioni apportate dall’art. 27 comma 3 del vigente CCNL 23.01.2024,  continuano surrettiziamente a pretendere dai nostri Colleghi, obbligandoli di fatto a lavorare oltre le 38 ore settimanali a 40€ lordi all’ora;
  • un indecoroso tentativo di finanziare a spese dei Dirigenti Medici, invece che con specifiche risorse che la scorsa Legge di Bilancio aveva “dimenticato”, un aumento dell’ISS (Indennità di Specificità Sanitaria) dei Dirigenti Sanitari non medici, lampante in base al fatto che la proposta prevede un incremento dell’ISS pari a circa il 16,8% per costoro, a fronte di circa il 3,2% per i Medici, attraverso un obolo che vorrebbe porre a carico delle tasche di questi ultimi una tendenziale “perequazione” di tale voce accessoria tra i diversi profili professionali che compongono l’Area della Dirigenza.

Non mancheremo, comunque, di far pervenire al Comitato di Settore e alle Regioni, attraverso l’ARAN, le nostre istanze di manutenzione normativa per i 2 trienni 2022-2024 e 2025-2027, ma con queste premesse relative agli appostamenti stipendiali dei già modesti incrementi economici per il triennio 2022-2024 ogni nostra disponibilità a proseguire la trattativa è per noi da considerarsi sospesa, in quanto condizionata ad un immediato cambio di rotta, da parte delle Regioni, per quanto concerne le previsioni economiche.

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