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Il vaccino fa la differenza, l’intervista di OHGA.IT

Nell’intervista di OGHA.IT il Presidente Nazionale AAROI-EMAC, Alessandro Vergallo, ha sottolineato che nei reparti di TI solo il 10-15% dei ricoverati è vaccinato e che perlopiù si tratta di persone fragili con più patologie o con un sistema immunitario compromesso. Ha spiegato poi che per fronteggiare la situazione sarebbe bene introdurre l’obbligatorietà vaccinale almeno in tutti gli ambiti di lavoro e di contatto sociale extralavorativo.

Presidente Vergallo, proviamo a fare un resoconto dell’efficacia del vaccino. Oggi che siamo praticamente a ridosso della protezione dell’80% della popolazione over12, qual è la fascia di cittadini che finisce in terapia intensiva?
I pazienti ricoverati nelle Terapie Intensive sono oggi per l’85-90% persone non vaccinate o che per qualche motivo non hanno completato il ciclo vaccinale. Il numero dei ricoverati in Terapia Intensiva è relativamente basso, con la tendenza in questi ultimi giorni ad un leggero calo. I vaccini hanno quindi avuto ed hanno efficacia sia sulla riduzione della circolazione virale, sia sull’incidenza della malattia Covid grave.

È possibile invece fare una stima di quanti pazienti vaccinati entrano in questi reparti?
La nostra stima è oggi di circa 10-15% di vaccinati, perlopiù persone fragili con più patologie o con un sistema immunitario compromesso. È una casistica che nelle ultime settimane si è innalzata lievemente soprattutto per il cosiddetto “effetto paradosso” spiegabile con la progressiva diffusione delle vaccinazioni. L’efficacia del vaccino tenderà però a calare nel tempo e perciò sarà importante il richiamo vaccinale da iniziarsi al massimo – sulla base dei dati finora disponibili – entro 12 mesi dal completamento del primo ciclo, con priorità per le persone più a rischio e subito dopo per i professionisti sanitari, che sono stati vaccinati per primi ad iniziare da gennaio di quest’anno.

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